Il segretario della Cgil, parlando all’assemblea Filea Cgil, ha ribadito la sua contrarietà alle misure contenute nella manovra, perchè a suo parere aumentano la precarietà e non combattono l’evasione. Landini ha, inoltre, espressamente dichiarato di aver proposto a Cisl e Uil una mobilitazione generale perchè le norme vengano cambiate
di Corinna Pindaro
La manovra è passata all’esame del Parlamento, le numerose misure contenute in 156 articoli hanno sin dalla prima approvazione in Cdm scatenato le preoccupazioni dei sindacati. In particolare il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha attaccato duramente il contenuto della legge di bilancio.
“Siamo rispettosi, abbiamo un governo che ha vinto le elezioni e non ne mettiamo in discussione la legittimità. Ma chiediamo al governo di confrontarsi e discutere col mondo del lavoro. Non basta dire ho vinto le elezioni, anche perché le hanno vinte col voto di 12 milioni di persone, altri 18 milioni non hanno votato. Loro da soli non rappresentano la maggioranza del Paese. Chiediamo un confronto vero, e non che veniamo informati a cose fatte. Se il governo non ci ascolta allora dobbiamo decidere cosa fare”, ha affermato Landini.
Il segretario della Cgil ha, inoltre, fatto sapere di aver “proposto a Cisl e Uil di pensare a una mobilitazione per chiedere un cambiamento di questa legge di bilancio ma soprattutto per affermare la necessità di riforme vere nel nostro Paese che combattano le diseguaglianze e che ricostruiscano politiche industriali degne di questo nome”.
In occasione dell’assemblea Fillea Cgil Maurizio Landini si è soffermato sulle norme con le quali non è d’accordo. “Il governo da un lato rimette i voucher, dall’altro la flat tax e il condono fiscale per permettere a chi non ha mai pagato di continuare a non pagare: due tratti totalmente sbagliati . La presidente del Consiglio Meloni dice che questa manovra ha una visione e una strategia, ma se la visione è che debba aumentare la precarietà, che l’evasione fiscale non debba essere combattuta e che si continui con lo sfruttamento del lavoro non ci piace. Non è quello che serve al Paese”, ha incalzato il sindacalista.
Resta, inoltre, il nodo pensioni. La disciplina transitoria adottata con Quota 103 per Landini implica esclusivamente “fare cassa con le pensioni. Ci vuole una riforma vera, e non una quota. Noi siamo perché a partire da 62 anni uno deve avere la possibilità di andare in pensione. È ingiusto parlare di regole uguali per tutti a prescindere dal lavoro”.
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