La procura generale svizzera ha aperto un indagine sull’operazione finalizzata all’acquisizione di Credit Suisse da Ubs. E’ stato richiesto a tutte le autorità di analizzare e identificare possibili reati

di Corinna Pindaro

La procura generale svizzera ha aperto un’indagine sull’acquisizione da parte di Ubs di Credit Suisse. “Vista la rilevanza degli eventi, il procuratore federale intende adempiere in modo proattivo al suo mandato e alla sua responsabilità di contribuire a una piazza finanziaria svizzera pulita e ha istituito un sistema di monitoraggio al fine di adottare misure immediate in caso di qualsiasi circostanze che rientrano nella sua giurisdizione”,  si legge in una nota che la procura elvetica ha inviato a Bloomberg News.

Ai fini dell’indagine il procuratore ha incaricato le autorità nazionali di raccogliere informazioni così da “analizzare e identificare possibili reati”. Il comunicato non specifica se l’ufficio svizzero sia alla ricerca di violazioni della legge da parte di funzionari governativi, dirigenti di banca o giornalisti che hanno riferito delle trattative a porte chiuse.

Già nei giorni scorsi l’autorità di regolamentazione finanziaria Finma aveva fatto sapere che stava indagando su eventuali responsabilità dei dirigenti di banca che abbiano negligentemente gestito il portafoglio di Credit Suisse portandola ad un passo dal tracollo. Le autorità hanno, inoltre, avviato un’indagine per sospetto spionaggio aziendale e violazione del segreto bancario a seguito dell’indiscrezione giornalistica che ha rivelato una fuga di notizie che descriveva in dettaglio le proprietà di 18.000 ricchi titolari di conti bancari nel Paese.

Nel frattempo Ubs ha fatto sapere che una volta terminata l’operazione con Credit Suisse taglierà il 30% del personale, perderanno il lavoro circa 36 mila persone in tutto il mondo di cui 11 mila solo in Svizzera. Credit Suisse aveva annunciato 9mila tagli prima dell’operazione di salvataggio di Ubs.

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