Il rapporto della Fisac Cgil Nazionale, che ha analizzato le 7 più grandi banche in Italia, ha evidenziato come nel settore ci sia stato un boom degli utili, dei dividendi degli azionisti, stipendi da capogiro per i top manager e dall’altro lato una forte flessione del numero dei dipendenti e degli sportelli
di Mario Tosetti
Stipendi dei banchieri pari ad 86 volte la retribuzione dei lavoratori nella stessa banca, azionisti remunerati per oltre 10,5 miliardi grazie alla redditività registrata negli ultimi due anni, desertificazione sul fronte lavoro con la contrazione di filiali (-3,6%) e dipendenti bancari (-4,3%). Questi i tre aspetti che emergono da un report dell’Ufficio Fisac Cgil Nazionale sui risultati di bilancio 2022 dei primi 7 gruppi bancari nazionali.
“Lo scorso è stato un anno record per utili, dividendi e stipendi dei manager. Ora tocca al lavoro: serve, col rinnovo del contratto, una forte operazione di redistribuzione a favore di lavoratrici e lavoratori. Tanto più in presenza di un progressivo rialzo dei tassi Bce che sta generando nuovi guadagni per gli istituti di credito”, ha commentato la segretaria dell’associazione di categoria Susy Esposito.
Dal rapporto è emerso come l’utile netto delle banche analizzate si attesti nel 2022 su 13,33 miliardi, in aumento del 60,5% rispetto al 2021. In questo quadro oltre 5,7 miliardi di euro verranno distribuiti agli azionisti, con un aumento pari a più di un miliardo di euro rispetto al 2021 (+23,2%). Grazie alle operazioni di buyback e il cambio di politica della Bce la remunerazione degli azionisti risulta essere pari a oltre 10,5 miliardi di euro. E’ quindi cresciuta del 46,2% rispetto al 2021 e si conta un incremento di 3,333 miliardi.
Dal report un altro dato si staglia con chiarezza: gli stipendi da capogiro dei top manager risultano ancora più alti, soprattutto se confrontati con quelli degli addetti al settore. La retribuzione media lorda annua dei primi 5 top manager delle banche italiane nel 2021 è stata pari a 3,8 milioni di euro, vale quindi quanto quella di 86 lavoratrici e lavoratori prendendo come riferimento il salario medio lordo annuo di un’area professionale che nel 2021 era pari a 44.475 euro.
“Numeri che ci dicono che è ora di redistribuire. I bancari chiedono con forza non soltanto un aumento salariale, capace di minimizzare l’impatto dell’inflazione sui salari reali nell’ultimo biennio, ma anche di vedersi riconosciuta la giusta quota dello straordinario aumento di redditività e produttività del settore, attraverso l’incremento degli scatti d’anzianità per più giovani e i futuri bancari, una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, una maggiore attenzione alla conciliazione vita-lavoro”, ha commentato la segretaria della Fisac Cgil.
L’ulteriore aspetto è la marcata flessione del numero di dipendenti e sportelli. In un anno, nelle 7 banche analizzate, si è assistito a una riduzione del numero dei dipendenti di 7.909 unità (-4,3%), così anche gli sportelli si sono ridotti del 3,6% rispetto al 2021 (-427 unità).
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