Ad inizio agosto  la società trovata a dover ammettere di non poter pagare gli interessi su due prestiti e ora rischia formalmente il default se non effettuerà il pagamento entro un periodo di grazia di 30 giorni che scade all’inizio di settembre. Nel frattempo Evergrande è tornata in borsa e ha registrato una perdita del 78,79%

di Emilia Morelli

Dopo il crollo dell’impero Evergrande l’economia cinese si ritrova ad affrontare un altro duro colpo. Country Garden, il più grande sviluppatore immobiliare cinese, nel primo semestre del 2023 ha riportato una perdita record di 48,9 miliardi di yuan che equivalgono a 6,1 miliardi di euro.

Fondata nel 1992 a Shunde, Guangdong, Country Garden è stata quotata nella Borsa di Hong Kong il 20 aprile 2007, rendendo miliardari i suoi 5 azionisti. Solo nel 2018 l 2018 presentava una capitalizzazione di mercato di oltre 29,84 miliardi di dollari; con oltre 200 sviluppi di complessi residenziali di fascia alta in Cina, Malesia e Australia nel suo vasto portafoglio di progetti internazionali. Si stima che la società abbia venduto proprietà a oltre 1.500.000 proprietari di case e gli impiegati fossero oltre 124.000 in tutto il mondo.

Con la crisi che ha investito il mercato del mattone cinese nel 2023, però, tutto è cambiato. All’inizio del mese Country Garden si è trovata a dover ammettere di non poter pagare gli interessi su due prestiti e ora rischia formalmente il default se non effettuerà il pagamento entro un periodo di grazia di 30 giorni che scade all’inizio di settembre.

La perdita non è di fatto una sorpresa per la società e si è rivelata in linea con la previsione effettuata ad inizio agosto che la reputava compresa tra 45 e 55 miliardi di yuan. I problemi però potrebbero essere solo all’inizio considerato che adesso Country Garden dovrà adempiere al pagamento di un’obbligazione per 3,9 miliardi di yuan (circa 500 milioni di euro) in scadenza nei prossimi giorni. Il titolo di Country Garden ha perso alla Borsa di Hong Kong il 3,30%.

A proposito di borsa vale la pena di tenere nota di quanto sta accadendo ad Evergrande, considerata anche l’alta probabilità di contagio. Il colosso immobiliare cinese lo scorso 17 agosto ha dichiarato bancarotta a Manhattan, New York, presso il tribunale fallimentare degli Stati Uniti, invocando l’applicazione del capitolo 15 del codice fallimentare statunitense per la protezione dai creditori. Evergrande, però, dopo una sospensione di 17 mesi per la mancata pubblicazione dei risultati finanziari è riapparso sul mercato della Borsa di Hong Kong. Ma già durante le prime battute ha segnato un crollo dell’87,88% (a fine seduto il titolo ha chiuso a -78,79%) facendo scendere il suo valore di mercato che nel 2017 era di oltre 50 miliardi di dollari a circa 590 milioni. Un tonfo che preoccupa l’economia nazionale cinese, ma anche quella internazionale perché si stima che oggi Evergarde ha passività internazionali per 19 miliardi.

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