Il presidente della Repubblica ha evidenziato come il tema della democrazia abbia risvolti immediati in primo luogo proprio sul lavoro. Mattarella ha ricordato che le “Imprese sono veicoli di crescita, innovazione, formazione, cultura, integrazione, moltiplicazione di influenza, fattore di soft-power. E sono, anche, agenti di libertà”
di Mario Tosetti
“È necessario che gli italiani non credano di dover la salvezza a nessun altro fuorché se stessi’. Oggi diremmo: a noi stessi e agli altri popoli coi quali abbiamo deciso di raccoglierci nell’Unione Europea”, così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, intervenendo all’ Assemblea di Confindustria, ha voluto ricordare il messaggio di Luigi Einaudi in occasione delle sue Considerazioni finali da Governatore della Banca d’Italia.
“Se c’è qualcosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura”, ha ricordato Mattarella aggiungendo quali sono i due” i “possibili errori: una reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti” secondo cui “a fronte delle sfide” che “la vita ci presenta, basta denunziarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni. Oppure cedere alle paure, quando non alla tentazione cinica di cavalcarle”.
Secondo Mattarella “un’economia in salute contribuisce al bene del sistema democratico, occorre dunque richiamare il legame tra economia e democrazia” e citando Roosvelt ha sottolineato “l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”.
“La democrazia si incarna nei mille luoghi di lavoro e studio. Nel lavoro e nella riflessione dei corpi sociali intermedi della Repubblica. Nel riconoscimento dei diritti sociali. Nella libertà d’intraprendere dei cittadini. Prima di ogni altro fattore, a muovere il progresso è, infatti, il ‘capitale sociale’ di cui un Paese dispone. Un capitale che non possiamo impoverire. È una responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese: troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili”, ha evidenziato il Capo dello Stato.
La risoluzione dei problemi, secondo Mattarella, starebbe proprio nel ricordare che “l’economia di mercato non pone in discussione valori costituzionalmente rilevanti, quali il rispetto della dignità umana e il dovere di solidarietà. O l’art. 35, relativo alla tutela del lavoro, il 36, sulle condizioni di lavoro, o il 37 sulla donna lavoratrice. È anzitutto il tema della sicurezza sul lavoro che interpella, prima di ogni altra cosa, la coscienza di ciascuno. Democrazia è rispetto delle regole, a partire da quelle sul lavoro”.
Per il presidente della Repubblica è bene ricordare che le aziende non sono avulse dal sistema dei valori, non solo economici. “Le imprese sono veicoli di crescita, innovazione, formazione, cultura, integrazione, moltiplicazione di influenza, fattore di soft-power. E sono, anche, agenti di libertà. Generare ricchezza è una rilevante funzione sociale. È una delle prime responsabilità sociali dell’impresa. Naturalmente, non a detrimento di altre ricchezze, individuali o collettive”, ha continuato il capo dello Stato.
“Qual è un principio fondamentale della democrazia? Evitare la concentrazione del potere, a garanzia della libertà di tutti. Vale per le istituzioni. Vale per le imprese, a proposito delle quali possiamo parlare di concorrenza all’interno di un mercato libero. E la lotta ai monopoli ne rappresenta capitolo importante. L’impresa è una formazione intermedia nella nostra società, un corpo sociale di quelli richiamati dalla Costituzione che contribuiscono alle finalità da questa definite, concorrendo al soddisfacimento di bisogni”, ha concluso Sergio Mattarella.
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