La presidenza spagnola ha presentato un testo di compromesso che include i contributi di tutti i Paesi membri degli ultimi mesi in modo di poter gettare le fondamenta di un nuovo quadro che possa dare stabilità e fiducia ai mercati e alla popolazione europea. L’obiettivo è scongiurare il ritorno delle vecchie regole
di Emilia Morelli
I ministri dell’Economia dei 27 Paesi europei, riuniti a Bruxelles per discutere della riforma del Patto di Stabilità, dovranno incontrarsi nuovamente dopo l’ennesima fumata bianca. Le posizioni dei Paesi sono ancora troppo distanti per formulare una nuova proposta legislativa, più o meno conforme a quella proposta dalla Commissione europea.
Tuttavia, sembra che la paura e la necessità di scongiurare il ritorno all’applicazione delle vecchie regole del Patto di Stabilità abbia condotto i ministri dell’Ecofin ad accordarsi sull’ipotesi di landig zones, vale a dire zone di atterraggio sui principali punti controversi, proposte dalla presidenza spagnola. “La presidenza spagnola ha presentato un testo di compromesso che include i contributi di tutti i Paesi membri degli ultimi mesi in modo di poter gettare le fondamenta di un nuovo quadro che possa dare stabilità e fiducia ai mercati e alla popolazione europea”. A parlare è Nadia Calvino, ministra dell’Economia della Spagna, che aggiunge “La presidenza condividerà e presenterà nei prossimi giorni un progetto di testo giuridico in modo da poter concludere questo orientamento generale nel consiglio Ecofin di dicembre” e per “poter conseguire questo obiettivo probabilmente sarà organizzato un Ecofin straordinario a novembre”
La volontà di voler evitare un ritorno alle regole originarie sembra, quindi, aver spinto i ministri delle Finanze ad accordarsi per una nuova riunione straordinaria tra una sessantina di giorni. L’obiettivo è dare il tempo alla presidenza spagnola di formulare un testo legislativo in cui confluiscano i risultati raggiunti con le trattative, che dovrà essere adottato entro la fine dell’anno.
I segnali che i Paesi intendono collaborare sono stati dati principalmente da due ministri i cui Paesi finora sembravano enormemente distanti: Germania e Francia. Da un lato Berlino che si è mostrata più rigorista, con l’appoggio di molti Paesi nordeuropei, e dall’altro lato Parigi più attenta alla crescita e la flessibilità che ha visto dalla sua i Paesi del Sud. “Stiamo lavorando e stiamo movendoci nella giusta direzione”, ha detto il ministro francese Bruno La Marie che ha aggiunto, “stiamo lavorando a stretto contatto con la Germania per cercare di trovare un accordo franco-tedesco. Il mio amico Christian Lindner (ministro dell’Economia tedesco) è stato a Parigi all’inizio della settimana, abbiamo avuto discussioni approfondite, i nostri team tecnici continuano a lavorare a stretto contatto e nei prossimi giorni andrò a Berlino per cercare di progredire verso un accordo franco-tedesco su queste nuove regole, che vada nella direzione di trovare il giusto equilibrio tra stabilità finanziaria e investimenti”.
“Sono più ottimista che si possa raggiungere un accordo quest’anno”, ha confermato Linder sottolineando che comunque i passi in avanti sono in linea con quanto proposto dalla Germania. “Il carattere delle proposte di cui stiamo discutendo è cambiato. Ora è generalmente riconosciuto che abbiamo bisogno di una linea di sicurezza per ridurre il debito nazionale ed anche riconosciuto che sui deficit di bilancio annuali occorre avere alcune considerazioni specifiche. Queste erano due preoccupazioni importanti per noi”, ha detto il ministro tedesco.
Per quanto riguarda l’Italia fonti interne di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che nelle trattative sembra aver trovato spazio anche la richiesta avanzata da Giorgetti di una maggior “considerazione degli investimenti” che dovrebbero essere scorporati dal calcolo del deficit.
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