Uno studio recentemente condotto da Ipsos per il Policy Institute del King’s College di Londra e il Global Institute for Women’s Leadership rileva una crescente avversione al femminismo tra i giovani di sesso maschile. Questi risultati annotano una preoccupante tendenza generazionale che potrebbe stimolare ulteriori conflitti e polarizzazione nelle future questioni di genere
di Corinna Pindaro
“È davvero raro vedere una femminista attraente?” “Non volete essere le ragazze che ballano seminude nei locali. Sì, gli uomini potrebbero sembrarvi interessati, ma nessuno vorrebbe una fidanzata così”. Questi sono solo due esempi di opinioni discutibili diventate virali su TikTok, ricevendo molti applausi per il supposto coraggio dell’autore nel dire”verità scomode”.
Alcuni di questi commenti mirano a provocare con osservazioni denigratorie, come: “Ricordate, la chiesa più importante di una città è il Duomo, non la Donna”. Altri tentano sarcasticamente di mettere in discussione il comportamento delle donne, affermando ad esempio che le femministe dovrebbero rimanere tali anche quando vengono invitate a cena fuori.
Nonostante i social media siano spesso utilizzati per promuovere le questioni femministe, un crescente numero di giovani detrattori sta emergendo. Un recente studio di Ipsos per il Policy Institute del King’s College di Londra e il Global Institute for Women’s Leadership ha evidenziato che la Generazione Z è più ostile al femminismo rispetto ai Baby boomer.
Secondo questa ricerca, un quarto degli uomini tra i 16 e i 29 anni ritiene più difficile essere un uomo piuttosto che una donna. Tra coloro che conoscono l’influencer Andrew Tate, incastrato per stupro, traffico di esseri umani e associazione a delinquere, il 20% ha un’opinione positiva su di lui. Nonostante le sue dichiarazioni gradite a questo 20%, tra cui affermazioni che le donne dovrebbero “prendersi una parte di responsabilità” per gli stupri che subiscono o minacce violente, gli uomini di questa età sembrano apprezzarlo.
Nel dettaglio, la ricerca ha rilevato che il 16% degli uomini della Generazione Z considera il femminismo più dannoso che utile, superando la percentuale del 13% degli over 60. Inoltre, il 37% degli uomini tra i 16 e i 29 anni considera il concetto di “mascolinità tossica” privo di significato.
Per Rosie Campbell, direttrice del Global Institute for Women’s Leadership, il fatto che queste nuove generazioni ottengano le loro informazioni dai social media può spiegare parte di questa tendenza. Secondo lei, molti giovani uomini sono stati esposti a discussioni sul “potere delle ragazze”, ma potrebbero non aver ancora affrontato le disuguaglianze esistenti.
Infine, il direttore del Policy Institute, professor Bobby Duffy, mette in guardia su un fenomeno potenzialmente pericoloso: una minoranza significativa di giovani sostiene una visione opposta, un fattore che può alimentare la polarizzazione e il conflitto nelle future questioni di genere.