La First Republic Bank è stata posta sotto amministrazione controllata e le attività sono state immediatamente cedute a JP Morgan per evitare che ci siano ulteriori “contagi” con altri istituti di credito. Le ragioni che hanno condotto al fallimento sono le stesse riscontrate per la SVB e la SB
di Emilia Morelli
Le autorità di controllo federale statunitensi, la mattina dell’1 maggio, hanno annunciato di aver posto sotto amministrazione controllata la First Repubblic Bank in enormi difficoltà economiche dopo il fallimento della Silicon Valley Bank. Il comunicato prosegue con la notizia della vendita della maggior parte delle attività a JP Morgan Chase, una delle multinazionali di servizi finanziari più grandi del paese. JP Morgan assumerà tutti i 103,9 miliardi di dollari di depositi di First Republic e acquisterà la maggior parte dei suoi 229,1 miliardi di dollari di attività.
La Federal Deposit Insurance Corporation, l’ente americano che offre garanzie sui conti correnti ha proceduto alla chiusura le attività della banca. La crisi è iniziata già qualche mese fa e a nulla sono serviti i tentativi di salvataggio delle scorse settimane: il titolo ha continuato a crollare in borsa e i depositari a ritirare i loro soldi mossi dalla paura di perderli.
Lo scorso marzo un piano concordato tra la segretaria al tesoro Jenet Yellen e le 11 maggiori banche americane – tra cui JP Morgan, Citigroup, Wells Fargo, Bank of America, Morgan Stanley e Goldman Sachs- doveva intervenire a sostegno della First Republic Bank. Le banche avevano messo a disposizione dell’istituto 30 miliardi di dollari, così da dare la percezione agli investitori che la banca fosse solida. In un primo momento l’operazione sembrava aver arrestato il crollo del titolo in borsa ma i problemi non hanno cessato di esistere. Le ragioni sono analoghe a quelle che hanno condotto al fallimento della Silicon Valley Bank e della Signature Bank.
Si tratta in tutti e tre i casi di banche con caratteristiche comuni: istituti di medie dimensioni, con una clientela soprattutto corporate con conti correnti corposi che non rientrano entro la soglia garantita dalla FDIC di 250 mila dollari. Fiutata la crisi anche in questo caso molte aziende hanno deciso di spostare i loro depositi altrove, limitando le possibilità di investimento della banca. Si stima che la cifra di capitali ritirati dalla First Republic Bank si aggiri intorno ai 100 miliardi di dollari.
La decisione delle autorità bancarie di procedere all’immediata vendita delle attività a JP Morgan è finalizzata ad evitare ulteriori “contagi” con altri istituti di credito.
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